
La psicologia clinica e la psicoterapia hanno compiuto grandi progressi negli ultimi decenni nello studio e nel trattamento dei traumi. Una delle scoperte più significative riguarda il modo in cui il cervello immagazzina e rielabora i ricordi traumatici.
Da queste ricerche sono nati approcci terapeutici innovativi, tra cui l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), ormai ampiamente diffuso a livello internazionale.
All’interno di questo panorama si inserisce una tecnica più recente ma molto promettente: la Flash Technique, sviluppata dallo psicologo e psicoterapeuta americano Philip Manfield. Si tratta di un metodo che permette di ridurre in modo rapido e sorprendentemente delicato il disagio emotivo associato ai ricordi traumatici, anche quando questi sono particolarmente dolorosi e difficili da affrontare.
Per capire la nascita della Flash Technique è utile partire dall’EMDR, considerato uno dei trattamenti più efficaci per il disturbo da stress post-traumatico e altri disturbi legati al trauma. Durante l’EMDR, la persona rievoca in modo guidato un ricordo traumatico, mentre esegue movimenti oculari bilaterali o altre forme di stimolazione alternata. Questo processo stimola il cervello a “riconfigurare” la memoria, riducendone la carica emotiva negativa.
Sebbene l’EMDR sia molto efficace, per alcuni pazienti il momento della rievocazione può risultare molto intenso e talvolta difficile da tollerare. È proprio da questa osservazione che P. Manfield e i suoi collaboratori hanno sviluppato la Flash Technique: un metodo che mantiene la stessa logica di desensibilizzazione, ma in maniera più graduale e meno invasiva.
La Flash Technique (spesso abbreviata come FT o “tecnica del flash”) è un approccio terapeutico pensato per ridurre il disagio emotivo associato a ricordi traumatici o particolarmente dolorosi.
La sua caratteristica principale è che non richiede alla persona di rivivere o descrivere nel dettaglio il ricordo traumatico. Questo aspetto la rende molto più tollerabile per chi prova grande resistenza o timore nel rievocare eventi passati.
Il lavoro si concentra su due elementi fondamentali:
La memoria target, cioè il ricordo doloroso, che viene individuato ma non rivissuto.
Il focus emotivo positivo, un’immagine, un pensiero o una situazione piacevole che il paziente tiene a mente durante la seduta.
Il terapeuta guida il paziente attraverso brevi momenti di distrazione dalla memoria negativa, favorendo così una progressiva riduzione del disagio associato a quel ricordo.
Il cuore della Flash Technique è proprio il cosiddetto “focus emotivo positivo”. Si tratta di un’immagine o di un pensiero che suscita emozioni piacevoli, di sicurezza o di serenità, come ad esempio un ricordo felice o un momento di relax.
Questo focus funge da “ancora positiva” e permette alla mente di non rimanere intrappolata nella sofferenza del ricordo traumatico. In altre parole, mentre il cervello “lavora” sulla memoria difficile, la persona resta ancorata a un’emozione piacevole, riducendo il rischio di sentirsi sopraffatta.
Uno dei motivi principali per cui la Flash Technique si sta diffondendo è che viene percepita dai pazienti come molto più delicata rispetto ad altre tecniche di elaborazione del trauma.
Non è necessario rievocare a lungo il ricordo doloroso.
La persona resta centrata su immagini piacevoli, riducendo il rischio di sentirsi sopraffatta.
Anche ricordi molto intensi possono essere trattati in sicurezza.
Questi aspetti la rendono particolarmente adatta per chi fatica ad affrontare i propri ricordi traumatici o teme di riviverne le emozioni troppo dolorose.
La Flash Technique è una tecnica relativamente nuova, ma negli ultimi anni sono stati pubblicati diversi studi che ne hanno evidenziato l’efficacia.
Le ricerche disponibili mostrano che, anche in poche sedute, si può osservare una significativa riduzione della carica emotiva legata a ricordi traumatici o ansiosi. Inoltre, i dati suggeriscono che la FT può essere utile sia come intervento autonomo sia come complemento all’EMDR.
È importante sottolineare che la ricerca è ancora in corso e che la Flash Technique non sostituisce altri approcci consolidati, ma si propone come uno strumento ulteriore a disposizione dei terapeuti.
La FT può essere indicata in diversi casi:
persone con trauma singolo (ad esempio incidenti o lutti improvvisi),
chi soffre di traumi complessi o di lunga durata,
persone con ansia, fobie o paure intense,
chi ha vissuto esperienze dolorose ma fatica a parlarne.
Naturalmente, la valutazione deve essere sempre fatta da un professionista formato, in grado di integrare la Flash Technique all’interno di un percorso terapeutico più ampio.
Rispetto all’EMDR o ad altre forme di esposizione guidata, la Flash Technique si distingue perché:
non richiede una narrazione dettagliata del trauma;
riduce rapidamente la carica emotiva;
è generalmente ben tollerata fin dalla prima seduta.
Questo non significa che sia sempre l’approccio migliore in assoluto: la scelta della tecnica dipende dalla persona, dal tipo di trauma e dagli obiettivi del percorso terapeutico.
La Flash Technique rappresenta dunque una delle innovazioni più interessanti nel campo della psicoterapia del trauma. Grazie alla sua capacità di ridurre il disagio in modo rapido e poco invasivo, può offrire sollievo anche a chi fatica ad affrontare ricordi dolorosi con metodi più tradizionali.
Pur essendo ancora oggetto di ricerca e approfondimento, le evidenze disponibili sono incoraggianti e mostrano come questa tecnica possa diventare un valido alleato nel lavoro clinico.