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Il Disegno Infantile: Uno Strumento di Crescita e Comunicazione

Il Disegno Infantile: Uno Strumento di Crescita e Comunicazione

Il disegno infantile ha sempre suscitato grande interesse non solo tra professionisti e operatori, ma anche in genitori e familiari dei bambini.
Sin dai primi anni di vita, i bambini utilizzano il disegno per esplorare il mondo che li circonda e per esprimere emozioni, pensieri e desideri. Nel corso dei secoli, studiosi e professionisti hanno riconosciuto l'importanza del disegno come mezzo di comunicazione e di sviluppo, tanto che oggi è considerato un'importante modalità di espressione e un potente strumento di osservazione del bambino.
In questo articolo, esploreremo le diverse fasi dello sviluppo del disegno infantile, il significato simbolico che i disegni possono assumere, l'importanza del contesto in cui vengono prodotti, nonché il loro legame con le emozioni e lo sviluppo cognitivo. Analizzeremo anche l'utilizzo del disegno in ambito terapeutico e il suo rapporto con l'intelligenza.
Infine, discuteremo dei limiti dell'interpretazione dei disegni e dell'importanza di un approccio multidisciplinare.

Le fasi dello sviluppo del disegno

Il disegno infantile non è un fenomeno spontaneo e casuale, ma segue precise tappe di sviluppo che riflettono lo sviluppo cognitivo, motorio e simbolico del bambino.
Le principali fasi, come descritto dai teorici del disegno infantile come Henri Luquet e Viktor Lowenfeld, si manifestano in modo progressivo.

  1. Fase del segno o dello scarabocchio (2-3 anni): In questa fase iniziale, i bambini tracciano linee e segni semplici, senza una vera intenzionalità grafica. Questi segni sono generalmente casuali e riflettono la gioia del bambino nel maneggiare lo strumento grafico. I bambini imparano a coordinare i movimenti della mano con gli stimoli visivi, senza preoccuparsi di riprodurre oggetti reali.
  2. Fase del disegno simbolico (3-4 anni): In questa fase, il bambino inizia a attribuire un significato simbolico ai segni che disegna. Ad esempio, potrebbe tracciare un cerchio e dichiarare che è una testa, anche se non ha ancora la capacità di disegnare una figura umana completa. Inizia a svilupparsi una relazione tra il disegno e il pensiero simbolico, una tappa fondamentale nell'evoluzione cognitiva.
  3. Fase del realismo schematizzato (5-6 anni): Durante questa fase, il bambino comincia a riprodurre figure stilizzate che somigliano a oggetti o persone reali. Le proporzioni e i dettagli sono ancora molto semplificati, ma il disegno inizia a diventare più "riconoscibile". Qui emerge l'influenza del pensiero concreto, che si riflette nel tentativo di riprodurre il mondo che il bambino conosce.
  4. Fase del realismo intellettuale (7-8 anni): In questa fase, il disegno si fa più dettagliato e realisticamente complesso. I bambini iniziano a comprendere meglio le proporzioni, le prospettive e i rapporti tra gli oggetti. Questo corrisponde alla maturazione delle capacità cognitive e della percezione spaziale.

Le teorie di Luquet e Lowenfeld evidenziano come il disegno rappresenti non solo la capacità motoria, ma anche lo sviluppo psicologico e cognitivo del bambino. Per esempio, la fase del "realismo schematizzato" di Lowenfeld evidenzia l'emergere del pensiero simbolico, mentre Luquet parlava di "intenzionalità" e "riproduzione" nell'evoluzione del disegno.

Il disegno come strumento di comunicazione

Il disegno non è solo un atto motorio, ma anche un importante mezzo di comunicazione. I bambini usano i disegni per esprimere ciò che non possono dire con le parole. La forma, i colori e i soggetti scelti possono raccontare storie, descrivere paure e desideri, e a volte rappresentare emozioni troppo complesse per essere espresse verbalmente.
Ad esempio, la figura umana è uno dei primi soggetti che il bambino tenta di disegnare. Se il disegno della famiglia è incentrato su una figura centrale e grandi figure di supporto, questo potrebbe essere simbolo di un attaccamento forte e di una relazione armoniosa con i genitori. Al contrario, se le figure sono disegnate piccole e isolate, ciò potrebbe indicare sentimenti di solitudine o di distacco.
È fondamentale distinguere tra disegno spontaneo e disegno su richiesta. Mentre il disegno spontaneo esprime liberamente l'immaginazione e le emozioni del bambino, il disegno su richiesta (ad esempio, richiesto da un adulto) può essere influenzato dal desiderio di compiacere o dall'aspettativa dell'adulto, portando a una rappresentazione meno autentica e più convenzionale.

Cautela nell’interpretazione

Sebbene i disegni possano fornire utili informazioni sul mondo interno del bambino, è importante non interpretare i disegni in modo troppo letterale o rigido. In primo luogo il disegno non deve essere interpretato, ma inteso come strumento di libera espressione del bambino e mezzo di relazione. Inoltre è importante che soltanto il clinico, lì dove lo ritenga necessario e ne abbia le competenze, proceda con l’interpretazione. I bambini possono disegnare vari oggetti e figure per motivi che non sono sempre legati a esperienze emotive profonde. L'interpretazione dei disegni deve essere sempre contestualizzata e considerare i fattori ambientali, familiari e culturali che influenzano la produzione grafica.
Ad esempio, un bambino che disegna spesso la sua casa con colori molto scuri potrebbe non essere necessariamente in un periodo di crisi emotiva, ma potrebbe semplicemente rispecchiare il suo ambiente quotidiano o l'atmosfera generale della sua casa. È fondamentale, dunque, adottare un approccio multidisciplinare che consideri anche il contesto familiare, sociale e culturale del bambino, evitando errori di valutazione che potrebbero portare a conclusioni affrettate.

Simboli ricorrenti e loro significato

Tra i simboli più ricorrenti nei disegni infantili troviamo la figura umana, la casa, il sole, gli alberi e la famiglia. Questi elementi non sono solo rappresentazioni di oggetti, ma spesso veicolano significati simbolici profondi. La casa, ad esempio, può rappresentare il concetto di protezione e sicurezza, mentre il sole può essere simbolo di speranza, vitalità e positività.
Anche la figura umana, che inizia a comparire nei disegni dai primi anni di vita, può rivelare molto sul modo in cui il bambino percepisce se stesso e gli altri. Le posizioni, le dimensioni e le espressioni facciali nelle figure disegnate possono fornire indicazioni sui suoi stati emotivi, sull'autostima e sul legame con i membri della famiglia.

Il disegno e le emozioni

Il disegno è un potente strumento per esprimere emozioni, sia positive che negative. La scelta dei colori, la durezza o morbidezza delle linee, la pressione agita sul foglio e la disposizione degli elementi nel disegno sono spesso legati a stati d'animo specifici.
Un bambino che utilizza toni di colore scuri e tratti angolari potrebbe esprimere una frustrazione o una paura, mentre uno che usa colori brillanti e tratti morbidi potrebbe essere felice e sereno.
In ambito terapeutico, il disegno viene spesso utilizzato per esplorare e comprendere meglio le emozioni del bambino, aiutandolo a dare forma e parola a sensazioni che altrimenti potrebbero risultare difficili da comunicare.

Il disegno e lo sviluppo cognitivo

Il disegno gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo cognitivo del bambino. Attraverso il disegno, il bambino sviluppa capacità come la coordinazione oculo-manuale, la percezione spaziale, e il pensiero simbolico.
Ogni fase del disegno corrisponde a un momento di maturazione nelle capacità cognitive, dall'uso dei segni semplici alla creazione di rappresentazioni complesse della realtà.
Inoltre, il disegno permette al bambino di costruire la propria identità, esplorando il mondo attraverso le proprie esperienze e percezioni. Disporre di uno strumento come il disegno gli consente di esprimere le proprie idee e di integrarle nel contesto del proprio sviluppo psicologico.

Il disegno e l'intelligenza

Esiste un mito comune che associa direttamente la capacità di disegnare con un alto livello di intelligenza. Tuttavia, la realtà è più complessa. Il disegno non è un indicatore diretto dell'intelligenza, ma piuttosto una manifestazione di altre forme di intelligenza, come quella visuo-spaziale e quella emotiva. Un bambino che disegna in modo apparentemente "imperfetto" può comunque esprimere un'intelligenza creativa, sociale o emotiva che non si manifesta necessariamente nei tradizionali test di intelligenza.

Dott.ssa Sara Di Febo
Psicologa Psicoterapeuta Pescara e Montesilvano


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